Piccolo accenno alle origini

L’ambra, conosciuta anche col nome di “Oro del Nord”( Electrum in greco, Succinum in latino), si è formata almeno quaranta milioni d’anni fa.

Le foreste “d’ambra” si estendevano su un antico continente, il quale comprendeva l’attuale territorio della Scandinavia, del Mar Baltico, delle Isole Britanniche fino alla Groenlandia e poi attraverso l’Atlantico raggiungeva una parte dell’America settentrionale.

Le foreste “d’ambra”, per quanto concerne il clima, la fauna e la flora, possedevano tutte le caratteristiche delle attuali foreste equatoriali. Durante i milioni d’anni, a causa dell’evaporazione, della fermentazione batterica e dell’ossidazione, la resina fuoriuscita in abbondanza dalle enormi conifere ( Pinus Succinifera ) si solidificava diventando sempre più dura, fino a pietrificarsi dando così origine all’ambra. Successivamente il ghiacciaio che si formò sul territorio dell’odierna Scandinavia schiacciò, lavò, e spostò i sedimenti d’ambra accumulatisi negli anni. In questo modo i giacimenti primordiali del prezioso minerale sono andati in parte distrutti. I rimanenti depositi sono stati trascinati in posti diversi ed attualmente i giacimenti più significativi si trovano lungo le rive del Mare Baltico.

Sepolta sotto strati di terra e di sabbia oggi ritorna alla luce quando le violente burrasche, strappandola ai fondali (thixotropia) la portano a riva. Il peso specifico dell'ambra è tra 1,05 e 1,10 quindi molto leggera e facilmente trasportabile dalle onde.

Verso la fine del 1600 sono stati scoperti nell'entroterra degli importanti giacimenti, oggi ancora attivi (le cave d’ambra) che forniscono gran parte dell'ambra attualmente in commercio.

L’ambra è molto tenera, la sua durezza è di 2,5 circa nella scala di Mohs, quindi facile da lavorare, per questo motivo fino dalla preistoria è stata usata come una pietra da gioielleria per scolpire piccoli oggetti e preziosi monili.

Il titolo del libro di David Grimaldi, direttore dell' American Museum of Natural History "Amber, Window to the Past" ( L’Ambra, finestra sul passato ) sintetizza molto bene il contenuto emozionale e scientifico di questa calda "pietra": attraverso questa piccola finestra si può scoprire vera testimonianza della vita svoltasi sulla terra quaranta milioni d’anni fa. Inclusioni di piccoli insetti e frammenti di piante costituiscono un fantastico materiale per le ricerche dei paleontologi, ma sono anche oggetto di curiosità ed interesse da parte degli hobbisti e dei collezionisti. Guardando l’ambra possiamo ammirare l’infinita bellezza di colori, di sfumature e di luci, nonché il remoto passato racchiuso in una “goccia” di resina dorata.

Nella medicina del passato

Ippocrate(460-377 a.C.), padre della medicina.

Descrisse, nelle proprie opere, le proprietà medicinali dell’ambra e i metodi attraverso i quali queste potevano essere applicate, scritti ai quali si appoggiarono gli studiosi sino al Medioevo.

Nella Roma Antica.

L’ambra veniva utilizzata in quanto rimedio a disturbi e malesseri di diversa natura: i fisici di quel tempo sostenevano che l’ ambra proteggesse dalla pazzia mentre polvere d’ambra, aggiunta al miele, veniva prescritta in quanto rimedio per otiti, mal di gola e disturbi alla vista, diluita con acqua dava, invece, sollievo in caso di dolori a stomaco e fegato.

Persiano Ibn Sina.

Lo studioso persiano Ibn Sina giunse a simili conclusioni: una credenza orientale voleva, infatti, che l’ ambra, mista ad oppio, avesse un potere tranquillizzante e rilassante e venisse quindi utilizzata in caso di spasmi e convulsioni.

Nel Medioevo.

Indossare ciondoli e collane d’ ambra era ritenuto un ottimo trattamento contro la febbre gialla: si credeva, infatti, che il magico potere di questa “pietra gialla” potesse assorbire l’ insano colore giallastro della pelle e liberasse l’organissimo dalla persistente debolezza. “Terms oleum succini”, “Balsamum succini” e “Extractum succini”, rispettivamente olio, balsamo ed estratto d’ ambra, erano i rimedi più comunemente somministrati dagli alchimisti dell’ epoca.Piccoli ciondoli d’ ambra venivano, in oltre, appesi al collo dei bambini perché lo spuntare dei primi denti non fosse troppo doloroso e perché questi crescessero più forti.

Oggi

Oggi, una parte dei miti e credenze dell’antichità è stata scientificamente accertata e all’ambra si riconoscono molteplici ed importanti proprietà terapeutiche. Gli studi su questa gemma hanno portato alla conferma scientifica delle sue molteplici proprietà fisiche (tra le quali la ionizzazione positiva, l’elevata quantità di iodio e di acido succinico contenuta).

AMBRA NELLA MEDICINA DEL PASSATO, prof. Eugenio Ragazzi Dipartimento di Farmacologia e Anestesiologia Università degli Studi di Padova.

L’AMBRA FARMACO SOLARE, prof. Eugenio Ragazzi Dipartimento di Farmacologia e Anestesiologia Università degli Studi di Padova.

Il filosofo austriaco Rudolph Steiner (1861-1925) sosteneva che l'ambra rinforza l'energia vitale nel bambino e/o nel chi la indossa, perche in quanto resina fossile, l'ambra interrompe i campi elettromagnetici.

Il premio Nobel Robert Koch (1843 - 1910) confermava nelle sue opere influenza positiva dell'acido succinico naturalmente contenuto nell'ambra su organizmo umano, percio i medici durante le guerre, in mancanza di qualsiasi altra cosa, usavano tale resina presa dagli alberi su una ferita come disinfettante. La medicina naturale fa l'uso dell'ambra in quanto, questa prezziosa gemma rilascia olii terapeutici che vengono assorbiti dalla pelle con tutti i benefici che ne derivano.


Le inclusioni

Le inclusioni all’ interno dell’ ambra possono essere di natura organica quanto inorganica. Zolfo e pirite sono esempi di inclusioni inorganiche ritrovate nella resina millenaria;ad esempio di inclusioni organiche concorrono, invece, pigne ed aghi, legno, frammenti di corteccia nonché una vasta varietà di resti botanici in fase di decomposizione.

Più raramente e con grande scalpore, sono stati riportate alla luce migliaia di specie di insetti atteri(che non dispongono di ali) e piccoli crostacei: colonie di cirripedi primitivi e formiche intrappolati nell’ ambra hanno lasciato, a testimonianza della loro esistenza, resti parziali di gusci e ossature.